Villa Invernizzi, la fantastica villa dell’inventore del formaggino Mio, è un’oasi di paradiso ubicata nel cosiddetto Quadrilatero del silenzio a Milano. Apparentemente una villa come tante altre, e immersa in un contesto in cui si susseguono palazzi con balconi e facciate decorate in stile Art Nouveau, questa splendida dimora racchiude al suo interno un magnifico giardino, una piscina e due specie di fenicotteri rosa.
Storia di Villa Invernizzi
La storia di Villa Invernizzi affonda le radici alla fine del 1800, quando Romeo Invernizzi a otto anni andava a scuola e si addormentava durante le lezioni. La famiglia Invernizzi viveva a Pasturo, in provincia di Lecco, e un giorno la maestra convocò la madre di Romeo a un colloquio per riferirle l’accaduto.
La madre del piccolo, mortificata, uscì in lacrime dalla scuola ma non rivelò la verità per la vergogna. Gli Invernizzi avevano una latteria e in famiglia tutti avevano un compito. A Romeo era stato affidato quello di alzarsi alle due di mattina per mungere le mucche.
Una volta ereditata l’azienda di famiglia, nel 1914, Romeo la fece diventare la seconda azienda casearia italiana e si trasferì a Milano, in via dei Cappuccini 9, dove in seguito realizzò una villa. Durante un viaggio in Africa con sua moglie il signor Invernizzi, incantato dai fenicotteri, decise di portarne un gruppo a Milano.
Proprio nel suo parco, che nel frattempo aveva fatto realizzare, nacque la prima colonia. Ad oggi i Phoenicopterus roseum e i Phoenicopterus chilensis convivono nel giardino della Villa Invernizzi in assoluta complicità e allegria e si nutrono di pastone di vitamine e crostacei, cibo ideale per mantenerli in salute e garantire loro un piumaggio splendido.
Oltre ai fenicotteri sono presenti anche pavoni e anatre. La villa di solito non è aperta al pubblico, tranne qualche occasione particolare. Dopo la morte del signor Invernizzi è stata trasformata nella Fondazione che porta il suo nome, che effettua ricerche ed esperimenti riguardanti biologia, medicina, scienze alimentari, economia e altri campi scientifici.
Il Cavaliere Invernizzi, deceduto senza eredi, ha fatto mettere nel suo testamento una nota che obbliga la Fondazione Invernizzi, che gestisce i beni e le società di famiglia, ad occuparsi dei suoi animali, che continuano a vivere e godono di ottima salute.
Il successo di Invernizzi
Fu dunque Romeo a rendere famosa l’azienda del padre Giuseppe e a portarla al successo. L’idea geniale fu quella di fondare un’agenzia pubblicitaria interna invece di appoggiarsi su terzi. Questa strategia gli permise di lanciare personaggi e slogan vincenti negli anni Sessanta e Settanta, a partire dalla mucca Carolina, poi con Susanna tutta panna fino a Camillo il Coccodrillo, i gattini Geo e Gea e il toro Annibale.
Romeo Invernizzi iniziò anche a commercializzare sul mercato una serie di prodotti innovativi come la mozzarella Mozary, l’Invernizzina, ma a fargli fare il salto definitivo fu il “formaggino” Mio. La sua azienda nel 1963 è la seconda più importante a livello nazionale per la produzione di formaggi freschi.
L’impresa dava lavoro a circa mille dipendenti, tanto che venne nominato Cavaliere del Lavoro. Romeo diresse la sua azienda fino al 1985, poi venne ceduta alla Kraft per 130 miliardi. Il cavaliere Invernizzi decise quindi di fondare una associazione per la ricerca scientifica e istituì un premio. Romeo morì nella sua Villa Invernizzi all’età di 98 anni il 17 luglio 2004.
L’architettura liberty della villa
Splendido esempio di architettura liberty, Villa Invernizzi è inserita in un contesto naturale particolarmente interessante. Infatti, è presente un suggestivo giardino di magnolie, un grande roseto e un giardino pensile dal quale si può osservare lo skyline milanese.
Lo stile liberty, movimento artistico che si diffuse tra fine Ottocento ed inizi Novecento in buona parte dell’Europa, traeva ispirazione dalla natura, ed era nettamente in contrasto con quello dell’epoca precedente.