Se sino a qualche anno fa si faceva ricorso ad un prestito solo ed esclusivamente in determinati casi, oggi l’approccio al mondo del credito da parte dei risparmiatori italiani è decisamente cambiato. La mancanza di liquidità resta, per quanto ovvio, la motivazione principale per la quale si contrae un prestito, ma in molti casi vi si fa accesso come arma di difesa dei propri risparmi, onde evitare che una parte rilevante degli stessi venga smobilizzata.
L’approccio è mutato di pari passo al cambiamento avvenuto all’interno dello stesso mondo del credito al consumo, che ha ampliato sensibilmente le tipologie di prestito richiedibili e soprattutto le categorie alle quali si rivolge. Un ostacolo per poter contrarre un prestito resta, in alcuni casi, la richiesta da parte della finanziaria o dell’istituto di credito di inserire un garante per ottenere la liquidità richiesta.
Garante: elemento chiave in una richiesta di prestito
Nell’ultimo quinquennio, grazie soprattutto alla grande rete telematica, una nuova tipologia di finanziamenti si è però posta all’attenzione della grande platea dei consumatori: i prestiti senza garante. Come si evince dalla parola stessa, questi finanziamenti sono concessi dai soggetti autorizzati ad operare nel mondo creditizio, come banche e finanziarie, senza che venga apposta la firma di un soggetto terzo, che svolge la funzione di “garante” del prestito.
Quando si sottoscrive un finanziamento grazie alla firma di un garante, quest’ultimo subentra nel pagamento delle rate qualora il contrae non riesca a far fronte puntualmente e correttamente ai propri impegni. E se non fosse in grado di onorare l’impegno assunto, anch’egli, al pari del contraente, viene iscritto nella CRIF (Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria) come “cattivo pagatore” e, di fatto, non riuscirebbe in alcun modo ad accedere al mondo del credito in una fase successiva.
Trovare un soggetto che faccia da garante, di conseguenza, risulta particolarmente complesso, dati i rischi ai quali verrebbero esposti anche quest’ultimi. In altri casi, oltretutto, molti soggetti, per una sorta di proprio “morale personale”, tendono a non cercare un soggetto terzo da inserire all’interno del finanziamento e desistono dalle loro intenzioni di contrarre un prestito, nonostante, in alcuni casi, la richiesta rivesta carattere di urgenza.
I prestiti senza garante, quindi, potrebbero rappresentare, quindi, un’utile alternativa, al fine di non dover coinvolgere altre persone e non trasferire il rischio di insolvenza su quest’ultimi.
Esistono diverse tipologie di prestiti per poter ottenere liquidità senza inserire alcun garante, ma uno, più di altri, risulta certamente più celere: il prestito cambializzato.
I prestiti senza garante più comunemente utilizzati
Qualora non fosse ottenibile un classico prestito che prevede l’addebito delle rate in conto corrente, questa tipologia di finanziamento risulta particolarmente indicata per alcuni consumatori, come, ad esempio, chi non percepisce una busta paga o un reddito certo e continuativo. Il pagamento delle rate, in questo caso, avviene mediante un titolo di credito esecutivo qual è, a tutti gli effetti, la cambiale.
I prestiti cambializzati vengono emessi solo ed esclusivamente a tasso fisso: l’importo della cambiale, infatti, è costante e non cresce o decresce durante la durata del finanziamento, invece, come accade nei prestiti a tasso variabile. Non esiste, normativamente parlando, alcun limite per quanto concerne l’importo erogabile, anche se la maggior parte degli operatori lo concedono per un importo massimo di €.50.000,00, mentre la durata varia dai 12 ai 120 mesi.
Oltre al prestito cambializzato, i percettori di una busta paga, in alcuni determinati e specifici casi, possono ottenere liquidità tramite la “cessione del quinto della stipendio”, che prevede il pagamento della rata mensile direttamente in busta paga. Questi, però, sono solo alcuni esempi: una guida completa sui prestiti senza garante si può trovare anche su Prestitiperte.com, sito leader nel settore dei prestiti personali.