L’ultimo rapporto sul commercio estero dei prodotti agroalimentari realizzato dal CREA Politiche e Bioeconomia riporta recensioni positive per le esportazioni agroalimentari dei prodotti italiani: l’anno scorso è stato infatti raggiunto il valore record di quasi 60 miliardi di euro, con un +14% rispetto al già positivo dato dell’anno precedente, quando si erano superati i 50 miliardi di euro. Nelle opinioni degli esperti si sottolinea che in buona parte questo dato è influenzato dalla crescita dei prezzi a livello internazionale, ma le recensioni dimostrano chiaramente che l’incremento in valore è accompagnato da un parallelo aumento dei volumi scambiati.
Restano quindi positive le opinioni degli analisti relative alle opportunità economiche offerte dai mercati esteri alle aziende del settore, come sottolineato sul sito di EGOInternational, l’azienda specializzata nei servizi di internazionalizzazione per le PMI. Nel blog di EGO International era del resto stata anticipata la forte e rapida ripresa dell’export italiano in seguito alla crisi sanitaria: le recensioni degli ultimi mesi avevano infatti confermato le opinioni degli esperti di export.
I dati relativi all’anno scorso mostrano una crescita generalizzata delle esportazioni agroalimentari italiane, con numeri particolarmente positivi per quanto riguarda i prodotti trasformati, come per esempio le conserve di pomodoro e la pasta: per questi prodotti tipici del Made in Italy le recensioni riportano rispettivamente delle crescite del 28% e del 38% in valore rispetto all’anno precedente. Gli incrementi superano la soglia del 20% anche per quanto riguarda altri prodotti cruciali del Made in Italy, come il caffè torrefatto e l’olio di oliva.
Ad attirare la maggior parte dell’export agroalimentare italiano è l’area UE27, dove si è diretto il 58% delle vendite all’estero. L’Europa, spiegano gli analisti di EGO International, rappresenta il principale mercato di sbocco per le esportazioni dei prodotti italiani, principalmente per via della prossimità geografica e culturale e degli alti indici di esportabilità. In questo contesto resta peraltro fondamentale il ruolo del Regno Unito, che nonostante la Brexit fa registrare un aumento di oltre il 13% nelle importazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy. Infatti, come sottolineato nelle recensioni degli export manager di EGOInternational, il Regno Unito è caratterizzato da una grande stabilità economica e da una marcata apertura agli scambi commerciali con l’Italia, entrambi fattori che non possono essere trascurati nella scelta dei mercati verso i quali rivolgersi.
A confermare le opinioni di EGO International sull’importanza dei mercati oltreoceano, il Nord America risulta essere ancora una volta in vetta alla classifica delle destinazioni extraeuropee, in particolar modo grazie alle esportazioni di prodotti come olio di oliva e spumanti Dop. Per quest’ultima classe di prodotti, va evidenziato, gli Stati Uniti rappresentano il primo cliente estero per le imprese italiane, che devono dunque continuare a guardare con interesse al mercato USA. Non ci sono dubbi: i numeri definitivi relativi all’anno scorso sostengono le opinioni degli esperti di internazionalizzazione, che rimarcano la fame e la sete d’Italia a livello globale.