Sin dalla sua prima comparsa sulla Terra, l’uomo ha stabilito un rapporto con l’ambiente destinato a cambiare nel corso della storia. Se in un primo momento le società umane sfruttavano le risorse naturali di una determinata area geografica e fino a quando l’ambiente era in grado di offrirne, questo rapporto – connotato dapprima dall’equilibrio – viene messo in crisi dagli interventi sempre più aggressivi dell’uomo sull’ambiente circostante.
Ma come si è arrivati a questo punto?
Per poter rispondere a questa domanda, occorre fare un passo indietro. Nell’antichità, uomo e natura sono concetti ancora non del tutto separati: la concezione panteistica e il senso di appartenenza a un comune destino, favorisce una visione simbiotica connotata dal rispetto e dall’equilibrio fra uomo e ambiente. È con lo sviluppo del metodo scientifico – e soprattutto a partire dalla Rivoluzione industriale – che si attua una modificazione progressiva e decisiva nella relazione primordiale con la natura da parte dell’uomo. Mettendo in atto una separazione sempre più netta che assegna all’individuo un ruolo preminente nella gestione delle risorse naturali, assistiamo ad una pressione sempre più intensiva ai danni del territorio e tale da causare dei danni all’ecosistema talvolta irreversibili.
Attraverso fenomeni come l’intensificazione dell’agricoltura e dell’allevamento, della caccia e dell’inquinamento causato dall’evoluzione tecnologica e dal proliferare sempre più veloce delle industrie, assistiamo alla scomparsa di molte specie selvatiche sia nel campo della flora che della fauna. In questa situazione, emerge in maniera sempre più chiara la necessità di limitare l’impatto negativo delle attività umane sul nostro pianeta. Temi come il cambiamento climatico e la diminuzione della biodiversità terrestre e marina, hanno nuovamente spostato l’accento sulla necessità di ripristinare quell’equilibrio originario che stava alla base del rapporto fra l’uomo e la natura. È in questo contesto che il volontariato ambientale acquista un ruolo fondamentale.
Ma cos’è nel dettaglio il volontariato ambientale?
Il volontariato ambientale è quel ramo del volontariato che ha come finalità principale la conservazione dell’ambiente e della salvaguardia della flora e della fauna. In una società improntata sul consumismo, la salute dei sistemi naturali è sempre più compromessa. La necessità di una cultura ecologica diviene impellente e la sensibilizzazione al tema, una politica volta a risollevare le sorti della nostra Terra. La crisi ambientale ha portato alla nascita di movimenti ecologisti su scala globale favorendo, in questo modo, lo sviluppo di associazioni in cui si esercita il volontariato ambientale, strumento decisivo per attuare concretamente progetti specifici come, ad esempio, la conservazione di alcune specie in via d’estinzione o la riforestazione di alcune parti del mondo. Ogni anno, a causa dell’aumento delle polveri sottili e del conseguente inquinamento, la salute del nostro ecosistema si aggrava sempre di più.
Decidere di dedicarsi al volontariato ambientale e partire per un viaggio finalizzato alla tutela dell’ambiente, è una scelta decisamente etica: non soltanto si è attori protagonisti nella tutela della biodiversità, nella salvaguardia del pianeta, ma si aiutano in modo tangibile e concreto tutte quelle popolazioni rurali che vivono lontani dalle comodità tipiche della città. Oggigiorno vi è un grande bisogno di volontari e diventarlo è davvero molto semplice. Se ami la natura e hai la passione del viaggio, questo è il posto giusto per te!